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LA SINGOLARITÀ DEL DOLORE UMANO

C’è una frase di Terenzio che mi accompagna da quando sono adolescente e che cita: “Sono un uomo: nulla di ciò che è umano ritengo a me estraneo“. Queste poche parole rispecchiano il mio intimo modo di vedere l’esistenza: ognuno di noi é un essere umano e ciò che é umano ci appartiene. Dolore, gioie, sofferenze, emozioni fanno parte della vita di ognuno. Affrontiamo quotidianamente le sfide e le fatiche dell’esistenza, sentendoci a volte come Sisifo: punito dai giudici dei Morti, gli fu consegnato un grosso masso con l’ordine di spingerlo fino alla sommità della collina per farlo rotolare dall’altra parte. Ma, una volta giunto sulla cima, il masso rotolava nuovamente a valle, tornando indietro, e Sisifo era costretto a ricominciare tutto da capo, così per l’eternità.

Oliver Sacks, neurologo di una sensibilità commovente e rara, nel suo bellissimo brano “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” a questo proposito scrive:

Se vogliamo sapere qualcosa di un uomo chiediamo: Qual è la sua storia? La sua storia vera, intima?”, poiché ciascuno di noi è una biografia, una storia. Ognuno di noi è un racconto peculiare, costruito di continuo, inconsciamente da noi, in noi e attraverso noi – attraverso le nostre percezioni, i nostri sentimenti; e, non ultimo, il nostro discorso, i nostri racconti orali. Da un punto di vista biologico, fisiologico, noi non differiamo molto l’uno dall’altro; storicamente, come racconti, ognuno di noi è unico.

Fisiologicamente, non siamo diversi l’uno dall’altro, ma intimamente tutti noi sperimentiamo e viviamo il mondo a modo nostro. La gioia, la tristezza, la rabbia hanno coloriture differenti, dettate dal nostro mondo interno, dalle nostre relazioni, da ciò che abbiamo incontrato lungo il cammino della vita, dalle diverse strade che abbiamo percorso. Non esiste lo schizofrenico, il depresso, l’ansioso: se mai potremmo dire che esiste Paolo che vive la sua vita attanagliato dalla paura, Carmela che sente voci e vede cose che la inquietano e la angosciano, Sergio che ha paura del buio e non riesce ad alzarsi dal letto e a mangiare…

Quanto più siamo umani, tanto più gli eventi della vita ci toccano. Sentimenti di rabbia, di vergogna, di crisi, di rassegnazione, sono naturali e fanno parte di noi tutti.
Tutti cerchiamo di arrabattarci come meglio possiamo nelle fatiche della vita, strutturando un nostro modo di affrontare il mondo che, in alcuni casi, può essere un modo che ci fa soffrire. Ci possono essere, nel cammino della vita, anche momenti in cui le emozioni di rabbia, tristezza o paura travalicano: non viviamo le nostre relazioni come vorremmo, soffriamo con noi stessi e gli altri, le nostre paure diventano così grandi da indurci al panico e bloccare ogni nostro tentativo di andare avanti e realizzare i nostri sogni. Ci possono essere periodi, più o meno lunghi, in cui ci sentiamo intrappolati in noi stessi come se vivessimo sempre la stessa storia, sperando ogni volta che cambi conclusione.

Ecco, sono convinta che se in questi momenti, più o meno lunghi, ci fosse qualcuno a cui poter tendere la mano e farci accompagnare, la fatica dell’esistenza sarebbe un pochino meno pesante.

“Dove uno soffre,
lì tiene anche la mano”

PLUTARCO

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Pubblicato daDott.sa Jenni Maria Bregoli9 marzo 20215 ottobre 2021Pubblicato in: IL RUOLO DELLO PSICOLOGOTag:ANSIA, Paura, psicologia, psicologo Brescia, psicologoa sarezzo, terapia
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