IL LUTTO, IL DOLORE DELLA PERDITA

Il lutto (dal latino lugere, piangere) rappresenta il sentimento di profondo dolore che accompagna la perdita, sia che si tratti di persone, di oggetti, di animali, o di parti di sè. A caratterizzare il lutto non è tanto cosa si è perduto, quanto l’intensità dell’investimento affettivo su ciò da cui ci si separa.


Il dolore della perdita accompagna l’uomo fin dalla nascita: l’ingresso nel mondo è sancito dall’inevitabile separazione dal corpo della madre, dall’abbandono della fusionalità, verso la conquista dell’unicità corporea. Durante tutto l’arco della sua esistenza, l’essere umano è orientato ad un cammino di trasformazione e di cambiamento che lo porta ad abbandonare persone, oggetti, dimensioni dell’essere, in un costante confronto con la propria finitudine. In particolar modo, la perdita di persone care mette di fronte all’inevitabile riflessione sulla propria morte, portando così ad una vera e propria ristrutturazione del mondo interno del dolente, che necessita di nuovi adattamenti, in un ambiente irrimediabilmente modificato.

Grief Work: il lavoro del lutto.


Il grief work, il lavoro del lutto che conduce alla sua elaborazione, è molto complesso e non può essere considerato un processo fisiologico stabilito da un inizio e da una fine, bensì un vero e proprio cambiamento irreversibile, che assume caratteristiche soggettive, strettamente influenzate dal mondo interno ed esterno dell’individuo e nel corso del quale la maggior parte delle persone attraversa fasi di profondo ma naturale dolore e la cui intensità decresce e si trasforma con il passare del tempo. A testimoniare l’eterogeneità di un fenomeno che si manifesta in molteplici modi e che è soggetto a costanti variazioni, vi è la traduzione inglese della parola “lutto”: nella lingua anglosassone, infatti, troviamo il termine bereavement che fa riferimento alla perdita della persona deceduta; il termine grief, ad indicare il sentimento che accompagna la perdita, il dolore, la sofferenza ed, infine, la locuzione mourning, per identificare il processo di guarigione connesso anche agli aspetti sociali legati alla ritualità collettiva. Le distinzioni che pone la lingua inglese mettono in evidenza sia gli aspetti soggettivi, sia gli aspetti sociali implicati nel fenomeno luttuoso. In questo processo, infatti, giocano un ruolo molto importante sia gli aspetti interni (in particolare, da un punto di vista psicodinamico, una buona elaborazione del lutto si assocerebbe al grado in cui il dolente ha affrontato le prime perdite della sua vita e alla possibilità di attingere alle rassicurazioni che derivano dal proprio mondo interiore ricostruito) sia gli aspetti esterni, legati per lo più alle concezioni sociali e culturali in riferimento alla morte o all’aldilà.

Lutto complicato: definizione e sintomi

Se, fortunatamente, la gran parte delle persone va incontro a un’elaborazione positiva, una restante minima bensì significativa parte va incontro ad una forma di lutto complicato che si caratterizza per il prolungarsi del suo naturale processo, con sintomi sempre più debilitanti, distinguibili in due cluster:
a) sintomi relativi al distress da separazione, che includono la ricerca spasmodica della persona deceduta, intenso struggimento, intensa preoccupazione per il defunto;
b) sintomi da distress post-traumatico: pensieri ricorrenti e intrusivi circa l’assenza della persona deceduta, senso di incredulità riguardante la morte, rabbia e amarezza, frequente tendenza all’evitamento dei ricordi associati al dolore della perdita, sensi di colpa, vergogna, negazione, difficoltà ad accettare la perdita.
Questi sintomi, che se nel processo del lutto compaiono naturalmente come tentativo di far fronte al dolore, nel lutto complicato possono diventare il nucleo centrale dell’esistenza del soggetto che vi rimane intrappolato, chiudendosi in un mondo ricco di fantasie riguardanti il defunto. Altre persone possono sentirsi spaventate e vergognarsi per i sentimenti che provano, sentirsi depresse e senza più un motivo per vivere, sintomi che possono sfociare in una vera e propria ideazione suicidaria e tentativi di suicidio. Questa condizione ha delle profondissime ripercussioni sulla vita del soggetto, con conseguenze importanti anche sulla salute fisica, come ad esempio disturbi cronici del sonno, malattie oncologiche e cardiache.

Quando chiedere aiuto


Come si è visto, il lutto è un processo naturale e i sentimenti provati sono fisiologici. Tuttavia, se questi sentimenti perdurano, occupando l’intera esistenza dell’individuo, può diventare molto difficile andare avanti. Restando aggrappato alla perdita, il dolente non riesce a riorganizzare la sua vita in funzione del nuovo stato di cose, ovvero reintegrando la mancanza nella propria narrazione. In questi casi, anche se difficile, è bene farsi aiutare da un professionista che accompagni ad affrontare il doloroso lavoro del lutto, ricontattando la parte di sé che se ne è andata, dando un senso e comprendendo il ruolo che la persona aveva nella propria vita, così da trovare nuove risorse dentro di sé che portino alla conquista di un nuovo equilibrio.

RIFERIMENTI ARTICOLO

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